Hallelujah

Hallelujah – Il brano di Leonard Cohen che diventa un vero e proprio inno grazie a Jeff Buckley

Appuntamento n.49

Hallelujah – Il brano di Leonard Cohen che diventa un vero e proprio inno grazie a Jeff Buckley è il quarantanovesimo appuntamento dedicato alla rubrica a cura di Ezio Guaitamacchia song a day keeps the virus away.

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Una rubrica periodica che tratterà, citando le sue parole “storie, curiosità e riflessioni legate alle canzoni che hanno fatto epoca. Quelle che, pur scritte anni fa, sono ancora di un’attualità disarmante“.

Il contesto

Sono i primi anni ’90 e Jeff Buckley, figlio del grande Tim Buckley, si sta facendo le ossa come songwriter nei locali newyorkesi.

Molto spesso inserisce nel suo repertorio una canzone, “Hallelujah, che è stata scritta da Leonard Cohen qualche anno prima per l’album “Various Positions”, ma che non ha mai avuto successo, anche se è sempre stata molto apprezzata dai colleghi di Cohen, Bob Dylan in primis.

La versione che ne fa Jeff Buckley è stravolta e stravolgente, e “Hallelujah”, che in ebraico significa “Gloria al Signore”, diventa un inno straordinario, anche di speranza e di ottimismo, una maniera di rivolgersi al Signore anche nei giorni più complicati come quelli che stiamo vivendo oggi.

Hallelujah”, insomma, è una canzone che davvero ci fa alzare i nostri cuori verso il cielo…

Guarda il video condotto da Ezio Guaitamacchi

Hallelujah – Il brano di Leonard Cohen che diventa un vero e proprio inno grazie a Jeff Buckley –  Quarantanovesimo appuntamento dedicato alla rubrica a cura di Ezio Guaitamacchi

La rubrica continuerà con piccole pillole periodiche riguardo artisti e riferimenti storici differenti.

E per scoprire il prossimo appuntamento, ripassate da BLOM – Blog of music. Vi aspettiamo!

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