E’ la bacchetta a scegliere il batterista

Bacchetta e non solo

Se siete convinti che senza bacchette non si possa suonare la batteria, vi sbagliate. Certo, se tenete alle vostre mani è consigliato usarle, ma ci sono molti assoli di batteria fatti usando soltanto le mani, senza l’uso della bacchetta appunto. Alcuni esempi: John Bonham, Benny Greb e Massimo Russo.

Led zeppelin moby dick full
John Bonham – Moby dick full solo

Ovviamente è il batterista a scegliere la bacchetta, ma mi serviva un titolo accattivante per questa rubrica.

La prima cosa da capire quando si sceglie un paio di bacchette è la misura, ovvero quanto sono spesse e di conseguenza quanto pesano. La misura può dipendere dal genere musicale che si suona e dalla statura e corporatura del batterista.

5A e 5B sono le misure intermedie e probabilmente la più utilizzate in quasi tutti gli stili. Sono della stessa lunghezza ma le 5B sono un po’ più spesse, più adatte a chi suona generi più pesanti dove c’è bisogno di un volume maggiore.

Le 7A sono più sottili e leggere. Perfette ad esempio per il jazz, che richiede poco volume e tanto controllo delle dinamiche.

Ci sono poi le 2B, ancora più spesse e pesanti delle 5B.

Esistono anche moltissime altre misure e varianti di quelle già elencate.

Un discorso a parte va fatto per le bacchette signature, ovvero le bacchette costruite appositamente per un artista in base alle sue richieste. Ne esistono un’infinità, infatti quasi tutti i batteristi più conosciuti hanno il proprio modello personalizzato.

Anatomia della bacchetta

Come molti di voi sapranno, la bacchetta è divisa in più parti. La punta è quella che incide maggiormente sul cosiddetto “attacco” del suono, essendo quella che entra in contatto con le pelli e i piatti (quando li si suona di punta).

Anche qui abbiamo una grande varietà di possibilità. Ogni tipo influisce sul suono in modo diverso, in quanto la forma varia la superficie della punta che entrerà in contatto con la batteria.

I tipi di punta più frequenti.

Ghianda

La punta triangolare permette di scegliere il timbro a seconda dell’inclinazione della bacchetta. Se si colpisce di piatto il suono emesso sarà più chiaro e brillante, se la si inclina aumenta la superficie di contatto con la pelle o il piatto e il suono sarà più caldo e potente.

Sfera

La punta sferica garantisce un timbro uniforme del suono qualunque sia l’inclinazione rispetto alla pelle.

Botte

La punta a botte permette di colpire con un attacco potente se la bacchetta è inclinata, perché la superficie di contatto si riduce solo allo spigolo. Questa invece aumenta se la bacchetta è parallela alla pelle rendendo il suono più pieno e caldo.

Oliva

La punta a oliva è simile a quella triangolare, ma ha un profilo più uniforme e quindi una minore escursione di timbri. Se si colpisce di piatto si ottiene un suono pieno e molto potente perché la superficie di contatto è maggiore rispetto alla punta triangolare

Nylon

Tutti i tipi di punta posso essere anche in nylon. Il vantaggio rispetto al legno è che è impossibile scheggiarla, rendendola molto resistente. Tuttavia dopo un utilizzo prolungato potrebbe staccarsi dal resto della bacchetta. Inoltre, ha un attacco molto deciso e “brillante”, soprattutto sui piatti, rendendola inadatta per alcuni generi musicali.

Materiali usati nella realizzazione della bacchetta

Legni

La maggior parte delle bacchette è fatta in Hickory (noce americano) che è un legno molto resistente e molto denso. Esistono anche bacchette in acero che è meno denso, adatto a chi un tocco più delicato, e in quercia, molto duro e pesante con un’ottima resistenza.

Fibra di carbonio

Negli ultimi decenni si sono fatte strada le bacchette in fibra di carbonio. Il loro punto di forza sta nell’essere molto più resistenti di quelle di legno, permettendo un risparmio economico e un minore abbattimento di alberi per la materia prima. Oltre a questi vantaggi però, ci sono anche dei contro. Sono più rigide e hanno un attacco più deciso, soprattutto sui piatti, cosa non gradita da tutti i batteristi. Inoltre, assorbono poco le vibrazioni scaturite dagli impatti trasmettendole al braccio, aumentando il rischio di tendinite. Ultimamente aziende come la Techra stanno risolvendo questo problema integrando della gomma sul fondo della bacchetta.

Altri tipi

Per i più festaioli esistono bacchette fluorescenti (anche professionali) e bacchette in plexiglass che si illuminano con il movimento.

Pink Floyd – Time live with Nick Mason solo
Eric Moore

Conclusioni

In conclusione credo che la cosa migliore sia provare più tipi di bacchette possibile, per capire qual è il migliore per le nostre mani e per cosa vogliamo suonare.

Se vuoi continuare ad approfondire l’argomento, il prossimo numero parla delle spazzole!

Se ti sei perso il precedente articolo che parla delle caratteristiche dei piatti e le loro influenze sul suono emesso, visita la pagina con la raccolta degli articoli di Matteo Garzaro.