A song a day keeps the virus awayNewsRubriche

L’inno “paranoico” dei Black Sabbath

Appuntamento n.23

L’inno “paranoico” dei Black Sabbath è il ventitreesimo appuntamento dedicato alla rubrica a cura di Ezio Guaitamacchia song a day keeps the virus away.

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Una rubrica periodica che tratterà, citando le sue parole “storie, curiosità e riflessioni legate alle canzoni che hanno fatto epoca. Quelle che, pur scritte anni fa, sono ancora di un’attualità disarmante“.

Il contesto

Giugno del 1970: negli Island Studios di Notting Hill quattro ragazzi di Birmingham stanno completando il loro secondo album. Solo quattro mesi prima, avevano pubblicato il debutto su disco intitolato semplicemente come il nome che si erano scelti: Black Sabbath.

Il loro rock pesantemente implacabile ha colpito nel segno tanto da spingere il produttore Rodger Bain a replicare. Ora sono lì per chiudere un nuovo capitolo. Hanno impiegato pochissimo, due o tre giorni al massimo registrando praticamente in diretta. Ma servono altri pezzi. Per questo, non appena il chitarrista Tony Iommi s’inventa un riff accattivante, Geezer Butler, il bassista, butta giù il testo che parla di un uomo paranoico. Titolo del brano: “Paranoid.

Come spiega il titolo, il pezzo tratta di depressione”, spiegherà Butler, “ma è anche legato al consumo di sostanze… all’epoca non conoscevo la differenza tra depressione e paranoia”.

Ozzy Osbourne registra la canzone leggendo il testo su un foglio di carta… di quello che diventerà il brano più famoso dei Black Sabbath.

Guarda il video condotto da Ezio Guaitamacchi

L’inno “paranoico” dei Black Sabbath – Ventitreesimo appuntamento dedicato alla rubrica a cura di Ezio Guaitamacchi

Note aggiuntive dalla redazione di BLOM

Il brano di cui si è parlato in questo articolo è sicuramente quello più rappresentativo della band e che li ha consacrati nella storia del rock.

Ma vorremmo riportarvi in basso l’album “Technical ecstasy” del 1976, che fu molto combattuto. Forse può essere paragonato al “black album” dei Metallica. Un punto di rottura con i fans più accaniti, per il cambio di sonorità.

Una curiosità: l’album fu registrato a Miami e contemporaneamente nello studio adiacente gli Eagles stavano registrando l’album Hotel California.

Black Sabbath – Technical Ecstasy

La rubrica continuerà con piccole pillole periodiche riguardo artisti e riferimenti storici differenti.

E per scoprire il prossimo appuntamento, ripassate da BLOM – Blog of music. Si parlerà di un chitarrista che ha caratterizzato la sonorità della sua band…

Restate sintonizzati per il prossimo numero!

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