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La mia esperienza può rivelarsi la tua scorciatoia

La nuova rubrica La palestra vocAle di Alessandra Turri prende il nome dal progetto didattico omonimo di cui è autrice.
Gli articoli tratteranno diversi argomenti che forniranno spunti riguardo l’approccio allo studio del canto e alle esperienze professionali.

Proprio da queste ultime si parte con il primo articolo “La mia esperienza può rivelarsi la tua scorciatoia”, in cui Alessandra Turri si mette a nudo, mostrando i suoi punti di forza e le sue debolezze.

La redazione di BLOM

Era il giugno del 2002 e un’amica cantante mi chiama dicendomi che una band con moltissime date all’attivo stava cercando ben 2 voci femminili da inserire nell’organico. Onestamente il nome “Discoinferno” a me non diceva niente, conoscevo solo il brano dei The Trammps. La mia esperienza spaziava su molti altri ambiti.

Io abitavo a Milano in quel periodo e cantavo in alcune piccole band. Avevo appena avuto l’esperienza, per me punta dell’iceberg del momento, al Gods of metal – io sul palco di Monza come corista dei Time Machine con dei colossi pazzeschi.

Insegnavo già in molte scuole in Milano, nell’hinterland milanese e anche a Verona.

Curiosa e un po’ spinta dal suo entusiasmo sono andata a sbirciare sul sito e sono rimasta scioccata da quante date avevano già in programma in Italia, ma anche all’estero, per l’estate corrente.

Così mi sono buttata e ho deciso di candidarmi per l’audizione!
Ma che paura!!!

Già, a quel tempo, la mia insicurezza la faceva da padrona, poi, a ridosso dell’audizione, ho avuto d’improvviso un’emiparesi al volto con un problema neurologico alla parte destra di tutto il corpo che, anche se invisibile, porto con me anche oggi.
Quindi vi faccio immaginare la pressione emotiva.

Miracolosamente scelgono me, e, ahimè, non la mia amica, ma un’altra ragazza.

Già consapevole dei miei limiti e della mia comunque scarsa esperienza da palco mi ritrovo ad affrontare:

  • il confronto “ideale” con la bravissima e bellissima cantante che ci aveva precedute,
  • la notizia che eravamo state la loro seconda scelta
    (ne avevano scelte altre due, ma una aveva rifiutato e quindi avevano optato per la nostra “coppia”),
  • il nostro debutto sarebbe avvenuto nei due locali più storici e fighi del nord Italia dove loro erano attesi come delle stars.

Insomma, per una insicura, con autostima sotto i piedi e mai contenta di sé  stessa come me, questo era un cocktail davvero difficile da sostenere.

Arrivavo da studi formativi molto validi, corsi di specializzazione con grandi nomi eppure “la scuola del palco” a quei livelli era qualcosa di incognito.

Sono stati anni di studio, lavoro psicologico con e su me stessa, esperienze, soddisfazioni e cadute e soddisfazioni di miracolosi risollevamenti.

Ad oggi guardo indietro con gratitudine, verso l’esperienza, verso chi mi ha “cazziata”, verso chi mi ha supportata, verso quel pizzico di fortuna, verso quella me stessa che si è messa in gioco. Quello è stato il vero inizio della mia vita da cantante professionista. Una vita in furgone con concerti dal più scalcinato locale alla convention di Chanel, fino ad arrivare a “Medals plaza: una Piazza Castello a Torino gremita di gente che non se ne vedeva la fine (la sera della premiazione delle olimpiadi invernali 2006 a Torino)

Alessandra Turri con i Discoinferno 2006 – Giochi olimpici Torino 2006, piazza Castello

Ad oggi guardo indietro con gioia e penso che sono stata fortunata ad essere circondata sempre da grandi musicisti e molti di loro sono amici e squadra.

In seguito con Carlo Cannarozzo, batterista e compositore, ho creato House Of Noises, il nostro progetto di inediti che è riuscito ad arrivare in Canada, Francia, Inghilterra.

Mentre con Paolo Gambino abbiamo creato un originale progetto in duomegaconcerto rock in miniatura solo piano e voce”;

Così come con Paolo, Carlo, Ivano Gruarin e altri ex Discoinferno abbiamo dato vita ai Funk It che ancora muovono le piazze.

Ad oggi guardo indietro con un sorriso pensando che dopo 2000 concerti, e ancora ce ne saranno molti, “prima di salire me la faccio sotto”!
Sì esatto, non è cambiato niente. Stessa ansia.

Cos’è cambiato? Che poi salita sul palco il mondo intorno cambia. Mi lascio andare e “mi do” completamente a me stessa e agli altri facendomi trasportare dal mio “perché”. Quello è il mio punto di forza.  
Il mio “fattore wow!”

Entrare nei brani che canto, vivere il testo, la musica, come se li avessi scritti io, come se fossero stati scritti per me. Sfogarmi con stile e prendermi gioco delle mie debolezze, comunicare attraverso la musica, giocare con parti di me che nella vita “normale” rimangono nascoste. Ed è come una sorta di massaggio interno.

Ale Turri

Da insegnante ricerco con entusiasmo i punti forti di ognuno perché valorizzino il loro “fattore wow!”
E tu lo conosci il tuo “fattore wow!”?

Per informazioni sui corsi di canto che svolgo presso la Perform School of music oppure per il progetto didattico “La palestra vocAle” (da cui prende il nome la rubrica), visita la pagina dedicata sul sito ufficiale.

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