Both Sides Now – La canzone di Joni Mitchell “nata tra le nuvole”
Appuntamento n.12
Both Sides Now – La canzone di Joni Mitchell “nata tra le nuvole”, è il dodicesimo appuntamento dedicato alla rubrica a cura di Ezio Guaitamacchi: a song a day keeps the virus away.
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Una rubrica periodica che tratterà, citando le sue parole “storie, curiosità e riflessioni legate alle canzoni che hanno fatto epoca. Quelle che, pur scritte anni fa, sono ancora di un’attualità disarmante“.
Il contesto
Marzo del 1967: Joni Mitchell sta volando da Detroit a Filadelfia dove l’attende una decina di concerti al The Second Fret, uno dei folk club più belli d’America. Con sé ha una copia de “Il re della pioggia”, il romanzo di Saul Bellow nelle prime pagine del quale il protagonista Henderson è seduto pure lui su un aereo.
“Nel racconto di Bellow, Henderson sta volando in Africa”, racconterà Joni Mitchell, “e guardando dal finestrino osserva le nuvole… ho fatto anch’io come lui: ho posato il libro, guardato dal finestrino e ho visto le nuvole. Poco dopo, mi sono messa a scrivere il testo di una canzone…”.
Joni, in modo poetico, scrive su un foglietto che le nuvole le appaiono come “castelli fatti di gelato alla crema sospesi nel cielo” e riflette sul fatto che le cose della vita, proprio come le nuvole, possono essere viste da almeno due punti di osservazione o da entrambi i lati: both sides, appunto… e anche quando le cose vanno male possono essere viste da una prospettiva molto più positiva e ottimista.
La Mitchell, in quei giorni, non ha ancora un contratto discografico e così decide di regalare quel brano a due amici folksinger, Dave Van Ronk e Judy Collins. Quest’ultima, dopo averlo registrato nel 1968, lo farà diventare un brano di successo con il titolo di “Both Sides Now”.
Joni, invece, lo pubblicherà nel maggio 1969 nel suo secondo album, “Clouds”, prodotto da Paul Rothchild, il producer dei The Doors.
31 anni dopo, la Mitchell trasformerà “Both Sides Now” in un brano dai profumi jazz nell’album omonimo in cui, accompagnata da una grande orchestra, rivitalizzerà alcuni classici del song book nordamericano
Guarda il video condotto da Ezio Guaitamacchi
Note aggiuntive dalla redazione di BLOM
In basso è possibile vedere la versione di Judy Collins.
La rubrica continuerà con piccole pillole periodiche riguardo artisti e riferimenti storici differenti.
E per scoprire il prossimo appuntamento, ripassate da BLOM – Blog of music. Il prossimo parlerà di un artista incredibile, eclettico e purtroppo mancato troppo presto. Ma che ha lasciato brani che resteranno delle pietre miliari della musica moderna.