Batterista per caso
Rumorosa , ingombrante e nemica del vicinato … facile intuire di cosa stia parlando : la batteria !
Quando pochi anni fa , prossimo ai 40 ,ho iniziato a studiare batteria amici e parenti mi hanno chiesto come mai proprio questo strumento , visto che ( secondo loro ) caratterialmente è uno strumento molto lontano dalla mia predisposizione caratteriale …. Eppure , l’idea , la curiosità e la passione per questo strumento era già lì da molti anni
Seppure la batteria fosse il primo strumento che ascoltavo in ogni brano nuovo , quando ho iniziato a suonare mi sono reso conto di non avere un vero e proprio “idolo” da seguire su questo strumento , diversi batteristi con diversi stili mi hanno regalato emozioni uniche nel loro genere .
Quello che però sicuramente ha influenzato il interesse per la musica e per la batteria è un gruppo Inglese, il cui batterista non è nella lista dei grandi “mostri sacri” della batteria. Molti musicisti concordano nel fatto che tecnicamente non sia poi così bravo e anche lui stesso ha sempre ammesso di non essere all’altezza dei grandi della batteria. Questa sembra però importagli poco , quasi fosse un batterista per caso … sarà forse che un lungo pezzo di storia musicale passa attraverso le sue bacchette e tanto gli basta?
Da “The Piper at the gates of down” fino ad arrivare a “The division bell “ , lui è sempre lì, dietro alla batteria dei Pink Floyd e sicuramente il suo stile è parte integrante del suono di questo gruppo.
Sto parlando di Nick Mason, classe 1944 e studente del politecnico di Regen Street di Londra dove incontra i suoi futuri compagni di viaggio Roger Water, Richard Wright, Syd Barret e più tardi David Gilmour . Un viaggio che dura da più di 40 anni e lascia sicuramente una impronta nel mondo della musica moderna.
In questi 40 anni Nick partecipa alla gestione del gruppo , non solo dietro la batteria ( unico elemento ad aver suonato in tutti gli album) ma anche come punto di incontro tra i vari membri nel periodo di contrasti interni alla band ed elemento di collegamento tra i vari membri quando la band si scioglie .
Lo stile di Nick è stile molto personalizzato , con influenze di scuola jazz , avantgarde e rock, tanto che dalle origini è passato dal traditional grip al modern grip. Le sue performance sono caratterizzate da uno stile molto essenziale che lascia ampio respiro alla band , abbellite da giri di tom, rototom e timpani.
Trovate in allegato due link, uno relativo al brano Time ( per l’uso dei rototom) e l’altro relativo al live at Pompei , con una versione più energica del classico Nick dei tempi di “The Wall“.